Tutti i Gestori del Servizio Idrico integrato veneto, insieme all’Arpav e alla Direzione Salute e Prevenzione della Regione Veneto si sono ritrovati per il loro incontro presso l’impianto acquedottistico di Villaverla, luogo ideale per applicare sul campo la metodologia condivisa di valutazione del rischio alla fase di captazione. Una sorta di “collaudo” della gestione del campo pozzi prendendo in considerazione sia le condizioni di funzionamento ordinario che quelle in emergenza, come possono essere un periodo di siccità prolungato o uno sversamento irregolare nelle acque, e valutare l’efficacia delle azioni e interventi strutturali applicate per mitigare il rischio stesso, quali ad esempio l’applicazione di sensori e strumentazioni che possano avvisare con largo anticipo situazioni di potenziale criticità.
Un risultato importante, che giunge alla sua concretizzazione dopo 4 anni di lavoro e confronti tra Gestori idrici e realtà istituzionali e associazioni di categoria, nato anche grazie alla forza di coesione di Viveracqua, la società consortile che dal 2011 promuove la collaborazione tra i diversi attori impegnati nella gestione idrica. L’esito del lavoro congiunto sui piani di sicurezza dell’acqua andrà ora comunicato e validato dalla Regione Veneto, dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità per poi essere applicato a tutti gli acquedotti veneti.
La sicurezza e la qualità dell’acqua erogata ai cittadini è da sempre priorità per i gestori idrici del Veneto, che hanno adottato ancor prima dell’obbligo normativo un approccio olistico nella gestione della propria attività, basato su evidenze ed esteso all’intera filiera. Questo approccio, così come esperienze importanti nella gestione del Servizio Idrico Integrato, quali ad esempio la contaminazione da PFAS e l’acquedotto Regionale MOSAV, sono patrimonio su cui è stata sviluppata l’attività. Il Gruppo di lavoro multidisciplinare è costituito da tecnici qualificati ed esperti: ingegneri, medici, chimici, biologi, periti, tecnici afferenti agli Enti citati e, per quanto riguarda i Gestori, esperti di riferimento delle diverse unità organizzative (reti, impianti, laboratorio, ricerca e sviluppo etc..).
L’esperienza è stata di assoluto successo, andando oltre all’obiettivo iniziale di elaborare un metodo di gruppo: si è instaurata tra i diversi gestori del Veneto una rete di collaborazione strategica per affrontare in sinergia le sfide comuni, come i grandi cambiamenti climatici, e le problematiche del singolo Gestore e territorio.
“I piani di sicurezza delle acque sono uno strumento prezioso che consente ad ogni gestore di studiare la propria filiera idrica e sulla base dei rischi valutare un piano degli interventi, in modo da garantire sempre la massima qualità dell’acqua – spiegano Enrico Mistrorigo, responsabile qualità dell’acqua di Medio Chiampo e Luca Dal Maso, responsabile del laboratorio -. L’aver sviluppato una metodologia comune e fatto convergere su di essa le diverse idee e competenze, rappresenta un grande valore aggiunto che aiuterà ogni gestore nello sviluppo del proprio piano a partire da una logica comune condivisa”.
Il Gruppo di lavoro, formato da rappresentanti di AcegasApsAmga, Acque del Chiampo, Acquevenete, Acque Veronesi, Azienda Gardesana Servizi, Alto Trevigiano Servizi, Etra, Bim Gsp, Livenza Tagliamento, Medio Chiampo, Piave Servizi, Veritas e Viacqua è, di fatto, una task force a servizio della qualità dell’acqua distribuita in tutto il territorio regionale e una Academy dove ciascuno dei partecipanti si rafforza anche grazie al know-how degli altri Gestori.