Quella che fino a non molto tempo fa sembrava una strada non percorribile si presenta oggi come una concreta realtà.
La Regione Toscana ha autorizzato il 26 giugno la modifica dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), valida fino al 2023, che consente all'impianto di trattamento fanghi del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno di accogliere i fanghi del distretto conciario vicentino.
È la prima volta che un impianto in Italia è autorizzato a trattare i fanghi del distretto conciario vicentino e questo dopo la sperimentazione fatta sui fanghi provenienti dall'impianto di Medio Chiampo.
"Un anno fa - spiega il presidente di Medio Chiampo spa Giuseppe Castaman - abbiamo cominciato a considerare, come alternativa alle discariche, i diversi impianti di trattamento a caldo già presenti in Italia e la loro compatibilità con i nostri fanghi. Anche grazie a Bernardo Finco, presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza, siamo entrati in contatto con il distretto conciario di Santa Croce che è dotato di un impianto di trattamento a caldo per eliminare i fanghi conciari e da cui si ricava materiale granulare inerte destinato al settore delle costruzioni. Abbiamo così cominciato un iter che dal superamento delle sperimentazioni sulla compatibilità dei nostri fanghi ha portato all'attuale autorizzazione".
L'impianto di Santa Croce, funzionante dai primi anni 2000 e gestito dal 2014 dal Consorzio Aquarno, si collega attraverso un fangodotto agli impianti di depurazione del distretto di Santa Croce, ma era finora autorizzato a ricevere fanghi su gomma solo di provenienza toscana.
"Ci sentiamo dei pionieri per avere individuato una nuova concreta opportunità sul fronte di una questione vitale per il nostro distretto conciario qual è il trattamento dei fanghi - continua Castaman - . Il 27 luglio sono stati presentati i progetti per i vari interventi inseriti nell'accordo di programma, ma l'art. 6 dell'Accordo ha prorogato fino alla fine dell'anno il termine per la presentazione del progetto di un impianto di trattamento. C'è dunque il tempo utile per inserire anche questa nuova opportunità nella discussione, che ci porta a ragionare in termini non localistici e a utilizzare impianti già esistenti che, per funzionare a regime, hanno forte interesse al conferimento dei nostri fanghi. Siamo orgogliosi di aver guidato un percorso che apre scenari totalmente nuovi di collaborazione tra i distretti conciari d'Italia".
Il presidente di Medio Chiampo assieme al direttore Luigi Culpo, al responsabile tecnico Stefano Paccanaro e al presidente della Consulta Riccardo Boschetti sono stati in visita all'impianto di Santa Croce. Si è trattato di un incontro interlocutorio che sarà ripreso dopo la pausa estiva.
"Crediamo nella strada della diversificazione - conclude il presidente Castaman - oltre che in quella della riduzione dei fanghi. Grazie al miglioramento dei processi gestionali di impianto e aziende oggi la nostra produzione annua di fanghi si attesta intorno alle 8 mila tonnellate, rispetto alle 33.000 di metà anni 2000. Altra questione fondamentale è la qualità dei fanghi, per una progressiva semplificazione del processo di trattamento, e anche su questo stiamo procedendo grazie al progetto I.DE.E in collaborazione con l'Università di Venezia".
La Regione Toscana ha autorizzato il 26 giugno la modifica dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), valida fino al 2023, che consente all'impianto di trattamento fanghi del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno di accogliere i fanghi del distretto conciario vicentino.
È la prima volta che un impianto in Italia è autorizzato a trattare i fanghi del distretto conciario vicentino e questo dopo la sperimentazione fatta sui fanghi provenienti dall'impianto di Medio Chiampo.
"Un anno fa - spiega il presidente di Medio Chiampo spa Giuseppe Castaman - abbiamo cominciato a considerare, come alternativa alle discariche, i diversi impianti di trattamento a caldo già presenti in Italia e la loro compatibilità con i nostri fanghi. Anche grazie a Bernardo Finco, presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza, siamo entrati in contatto con il distretto conciario di Santa Croce che è dotato di un impianto di trattamento a caldo per eliminare i fanghi conciari e da cui si ricava materiale granulare inerte destinato al settore delle costruzioni. Abbiamo così cominciato un iter che dal superamento delle sperimentazioni sulla compatibilità dei nostri fanghi ha portato all'attuale autorizzazione".
L'impianto di Santa Croce, funzionante dai primi anni 2000 e gestito dal 2014 dal Consorzio Aquarno, si collega attraverso un fangodotto agli impianti di depurazione del distretto di Santa Croce, ma era finora autorizzato a ricevere fanghi su gomma solo di provenienza toscana.
"Ci sentiamo dei pionieri per avere individuato una nuova concreta opportunità sul fronte di una questione vitale per il nostro distretto conciario qual è il trattamento dei fanghi - continua Castaman - . Il 27 luglio sono stati presentati i progetti per i vari interventi inseriti nell'accordo di programma, ma l'art. 6 dell'Accordo ha prorogato fino alla fine dell'anno il termine per la presentazione del progetto di un impianto di trattamento. C'è dunque il tempo utile per inserire anche questa nuova opportunità nella discussione, che ci porta a ragionare in termini non localistici e a utilizzare impianti già esistenti che, per funzionare a regime, hanno forte interesse al conferimento dei nostri fanghi. Siamo orgogliosi di aver guidato un percorso che apre scenari totalmente nuovi di collaborazione tra i distretti conciari d'Italia".
Il presidente di Medio Chiampo assieme al direttore Luigi Culpo, al responsabile tecnico Stefano Paccanaro e al presidente della Consulta Riccardo Boschetti sono stati in visita all'impianto di Santa Croce. Si è trattato di un incontro interlocutorio che sarà ripreso dopo la pausa estiva.
"Crediamo nella strada della diversificazione - conclude il presidente Castaman - oltre che in quella della riduzione dei fanghi. Grazie al miglioramento dei processi gestionali di impianto e aziende oggi la nostra produzione annua di fanghi si attesta intorno alle 8 mila tonnellate, rispetto alle 33.000 di metà anni 2000. Altra questione fondamentale è la qualità dei fanghi, per una progressiva semplificazione del processo di trattamento, e anche su questo stiamo procedendo grazie al progetto I.DE.E in collaborazione con l'Università di Venezia".