Quando la chimica si prende cura dell'ambiente

6 Febbraio 2020
Luca Dal Maso, classe 1992, dallo scorso agosto è il Direttore Tecnico del Laboratorio di Medio Chiampo spa. Si è laureato in chimica industriale presso l’Università degli Studi di Padova e dal 2019 è iscritto all’Albo Professionale dei Chimici e dei Fisici. In Medio Chiampo ha svolto un anno e mezzo di training, periodo che gli ha permesso di approfondire la parte analitica specifica per le acque potabili e reflue e di innamorarsi del mondo che ruota attorno alla gestione del servizio idrico integrato.

Il laboratorio ricopre un ruolo centrale nell’attività dell’azienda: è attraverso le analisi che si possono garantire lo svolgimento dei diversi esercizi, il buon funzionamento dell’impianto, i controlli ambientali necessari, la trasparenza e la qualità richieste per l’acqua potabile.

Cominciamo dall’impianto di depurazione.

Lavoro ogni giorno a stretto contatto con il responsabile dell’impianto – spiega Dal Maso – perché siano rispettati i parametri di performance ambientali.  Le analisi dei reflui in entrata e in uscita sono un’attività costante.  L’impianto sta andando bene e non a caso abbiamo ricevuto da A.Ri.C.A. il bollino blu 2018 per gli standard di qualità degli scarichi. L’impegno per migliorare ulteriormente i risultati però non si ferma: ora stiamo ad esempio lavorando sulla biodegradabilità dei reflui di certe lavorazioni per abbassare ancora di più il COD.

E naturalmente ci sono le analisi per l’acqua potabile

Come per l’impianto, anche per l’acquedotto, le analisi effettuate sono superiori a quelle richieste dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31. Solo qualche numero: i campioni analizzati relativi ai controlli nell’acqua dell’acquedotto per i tre comuni che serviamo sono stati più di 550 nell’anno 2019.

Il laboratorio di Medio Chiampo, inoltre, appartiene alla rete dei laboratori di Viveracqua. Questa condivisione di risorse e di know how è moto positiva perché consente a ogni gestore di coprire rapidamente tutte le diverse esigenze analitiche.

Per garantire la sicurezza dell’acqua destinata al consumo umano il Ministero della Salute ha previsto anche la messa appunto, da parte dei gestori, di piani di sicurezza dell’acqua.

Assieme a due colleghi, Ing. Enrico Mistrorigo e Ing. Andrea Albiero, stiamo già partecipando all’attività di formazione per i Team Leader che dovranno guidare la stesura del piano.

I piani di sicurezza si basano sulla valutazione del rischio e hanno come obiettivo quello di far sì che siano messe a budget e realizzate le infrastrutture necessarie. Quest’attenzione per la prevenzione è senz’altro un fatto molto positivo.

Com’è organizzato il laboratorio di Medio Chiampo?

Abbiamo sette tecnici, di cui uno fisso all’impianto in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di bisogno. Il laboratorio svolge sia prove chimiche che microbiologiche ed analizza più di 7.000 campioni all’anno per un totale di 55.000 parametri. I controlli analitici sono destinati ad aumentare anche grazie ai molti investimenti che stiamo facendo nella strumentazione. La tecnologia al servizio della chimica può essere un grande vantaggio in termini di velocità, precisione, accuratezza dei risultati, ma anche per la sicurezza degli operatori. Abbiamo cercato di ridurre al minimo il contatto con i reagenti lavorando molto sull’automatizzazione.

 Dalla laurea in chimica industriale al lavoro per società pubblica. Quali sono gli aspetti più interessanti di questa opportunità?

Ho scoperto quanto possa essere appassionante fornire un servizio ai cittadini e lavorare per il territorio, avere come obiettivo non il fatturato ma la qualità di vita delle persone ed essere responsabili di questo. E avere l’occasione di utilizzare la chimica per prendersi cura dell’ambiente. Già durante l’università, per la preparazione della tesi triennale, avevo scelto di farlo in azienda. Proprio in Medio Chiampo avevo preparato il mio lavoro sulla rimozione del cromo dalle acque reflui industriali. Oggi collaboriamo attivamente con l’Università di Padova, di Venezia e di Ferrara e sono proprio i professori ad avere piacere che gli studenti possano fare un’esperienza sul campo.