Com’è noto, il processo di concia delle pelli implica tipicamente la formazione di acido solfidrico che si ritrova nei reflui industriali e che si percepisce distintamente anche nell’aria in quanto si tratta di una sostanza volatile, peraltro caratterizzata da una soglia di riconoscimento olfattivo molto basso.
La tecnologia messa a punto da Medio Chiampo è nata proprio dall’esigenza di trattare l’aria della sezione di sedimentazione primaria delle acque reflue industriali affluenti all'impianto di depurazione di Montebello Vicentino.
Il desolforatore è costituito da due colonne di assorbimento dove l’aria, inspirata dalle vasche coperte, viene sottoposta a un lavaggio chimico per poi essere ulteriormente raffinata attraverso un trattamento biologico prima di essere restituita in atmosfera.
Nel punto di emissione è installata una sonda che opera con una frequenza di rilevazione continua, h24, in modo da verificare le performance dell’impianto e il costante rispetto dei limiti.
Da un punto di vista ecologico il desolforatore presenta alcuni aspetti particolarmente interessanti. La soluzione di lavaggio segue la logica di gestione a ciclo chiuso, ovvero una volta utilizzata non viene smaltita e sostituita con una soluzione vergine, bensì viene rigenerata e riutilizzata. Inoltre, dal trattamento dell’aria si ricava una miscela di zolfo e perlite che, a seguito di un ulteriore raffinamento, potrebbe essere riutilizzata come materia prima, orientando quindi l’intera filiera verso un modello di economia circolare.
L'impianto di desolforazione evidenzia come la qualità dell’aria legata al processo produttivo sia un’importante direzione strategica nella dimensione ambientale dell’azienda e come la ricerca sia sempre più parte integrante della sua mission.
“È una grande soddisfazione aver ricevuto il riconoscimento del carattere innovativo della nostra tecnologia - afferma il presidente di Medio Chiampo Giuseppe Castaman - . Dalla sua entrata in funzione, nella primavera del 2021, ha dimostrato la sua efficacia con risultati confermati dalle analisi e chiaramente tangibili a livello olfattivo. Il brevetto rende visibile a tutti i nostri stakeholder le competenze tecniche delle nostre risorse interne, la capacità di investimento dell’azienda e la forte cultura di innovazione che alimenta il nostro lavoro”.