LIFEGOAST è un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea che ha visto operatori della filiera pelle impegnati nel miglioramento della sostenibilità ambientale e della circolarità del settore.
In un convegno che si è svolto venerdì 3 dicembre in villa Cordellina Lombardi, sono stati presentati i risultati che hanno visto il raggiungimento di una innovativa tecnologia conciaria esente cromo e altri metalli e che consente il recupero pressoché totale delle rasature e la loro valorizzazione in altri ambiti industriali.
Capoprogetto è GSC Group di Montebello, specializzata in ausiliari chimici per la concia che ha messo a punto i nuovi agenti concianti a base di polimeri organici, successivamente testati da Conceria Pasubio, tra i player mondiali di riferimento nell’ambito della pelle per il settore automotive.
L’applicazione della nuova tecnologia GOAST è stata valutata positivamente oltre che nel settore auto anche nella pelletteria e calzatura.
“L’industria conciaria italiana, sensibile sul tema ambientale, ha fatto passi da gigante nell’ultimo decennio, ed ha intrapreso un percorso virtuoso verso il concetto di impatto zero. Già oggi i sistemi di trasformazione impiegati sono rispettosi verso l’ambiente e i prodotti chimici utilizzati rispettano pienamente tutti gli standard ambientali più restrittivi. Tuttavia, grazie all’innovazione scientifica ottenuta con il progetto GOAST diamo la possibilità ai nostri partner, clienti e agli altri operatori, di utilizzare pelli conciate con performance green uniche” ha spiegato Massimiliano Silvestri, Quality Manager di Conceria Pasubio Spa.
Il ruolo di Medio Chiampo è stato fondamentale nella simulazione dell’utilizzo di queste nuove tecnologie concianti a livello distrettuale. L’impianto pilota messo a punto per il progetto ha permesso di verificare l’impatto che avrebbe questo sistema di concia qualora fosse utilizzato in maniera estesa.
“Il progetto - ha sottolineato il direttore di Medio Chiampo Luigi Culpo - ci ha dato la grande opportunità di sperimentare quello che potrà essere uno sviluppo futuro del settore depurazione, costruendo un modello di trattamento delle acque del locale distretto e recuperando dati preziosi. Questo ci consentirà di affrontare scenari futuri con consapevolezza e conoscenza”.
LIFEGOAST ha anche dimostrato la positiva sinergia tra aziende ed enti di ricerca tanto che dall’ambito universitario è arrivata la soluzione per trasformare le rasature delle pelli conciate con questa nuova tecnologia, in una risorsa capace di sviluppare nuove sinergie industriali.
Ha spiegato Michela Signoretto, professore ordinario di chimica industriale e delegata della rettrice per l’area scientifica dell’Università Ca' Foscari di Venezia, Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi: “L’università ha il duplice compito di ampliare le conoscenze e migliorare la qualità della vita. Con il progetto GOAST siamo riusciti a centrare entrambi gli obiettivi. Valorizzare un rifiuto della filiera trasformandolo in una risorsa è stato possibile solo attraverso un’attenta analisi del prodotto di scarto, cioè la rasatura, e la sua trasformazione, attraverso un processo di pirolisi, in un biochar che può trovare diverse applicazioni nell’ottica dell’economia circolare”.
Ha sottolineato quindi Claudio Bortolati, amministratore di Gsc Group: “La ricerca è stata entusiasmante e i risultati ottenuti ci hanno dato prova che è possibile realizzare un processo conciario efficiente, dal quale risultano pelli con le caratteristiche ricercate dal mercato e migliorativo della sostenibilità ambientale. Ci sono chiari indizi di un futuro non lontano in cui niente di ciò che deriva dalla concia andrà sprecato, ma anzi sarà valorizzato in altri settori industriali, dall’agricoltura, alla bioedilizia, per citarne solo alcuni”.
Riccardo Boschetti, presidente del Distretto Veneto della Pelle, ha dichiarato: “Come Distretto, crediamo fortemente che la relazione tra le diverse componenti della filiera, gli enti territoriali ed il mondo accademico, possa contribuire allo sviluppo dell'industria conciaria, per renderla sempre più tecnologica e sostenibile. Ben vengano quindi ricerche, sperimentazioni e progetti come questo, nato dalla sinergia tra un'azienda chimica, un grande gruppo conciario, un impianto di depurazione e l'Università, con l'obiettivo di generare innovazione e favorire la transizione ecologica per il settore”.
GOAST è l’acronimo di Green Organic Agents for Sustainable Tanneries e il report del progetto è scaricabile dal sito www.lifegoast.eu.