Lo scorso 30 gennaio siamo stati invitati a partecipare alla serata informativa "PFAS: facciamo il punto”, organizzata dal gruppo consiliare “Gente di parola - Noi di Montebello”, dal gruppo Mamme No PFAS e dall'Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Vicenza.
È stato un interessante momento di confronto su un tema di grande attualità, durante il quale il nostro vicepresidente Lorenzo Altissimo ha avuto modo di fare chiarezza su diversi aspetti tecnici e di spiegare l’impegno di Medio Chiampo su questo fronte.
Vicepresidente Altissimo, il tema dei PFAS è molto complesso. In che modo Medio Chiampo affronta il monitoraggio e la gestione dei PFAS nell’acqua?
“Il nostro obiettivo primario, così come quello di ogni gestore idrico, è garantire che l’acqua che preleviamo e distribuiamo sia sicura, sia per i cittadini che per l’ambiente. Per farlo, monitoriamo costantemente la presenza di PFAS lungo tutta la filiera del ciclo idrico: nell’acqua che preleviamo, in quella che distribuiamo, in quella che raccogliamo e che entra nell’impianto di depurazione, in quella che scarichiamo nel corpo idrico recettore. In tutti questi passaggi le analisi sono continue, a garanzia che ogni punto del nostro processo sia sotto controllo e vengano rispettati i limiti fissati dalle normative nazionali e internazionali”.
Durante l’incontro ha sottolineato come parlare di "PFAS zero" sia tecnicamente impossibile. Potrebbe spiegare meglio questo concetto?
“Esatto, è importante chiarire che dal punto di vista tecnico e analitico non possiamo parlare di "zero PFAS". I limiti di rilevabilità degli strumenti analitici oggi sono molto bassi, ma non è possibile arrivare a una misurazione che dia un risultato "zero". Quello che possiamo affermare con certezza è che i nostri sistemi di filtraggio a carboni attivi sono estremamente efficaci nel ridurre la concentrazione di PFAS, e i valori che rileviamo sono ben al di sotto dei limiti legali imposti dalla normativa. Il nostro impegno è proprio quello di mantenere questi valori più bassi possibile, nel rispetto delle normative vigenti e a tutela della salute”.
Parlando dei limiti, si è soffermato anche sulla differenza tra PFAS totali e somma di PFAS.
“La differenza è fondamentale e spesso crea confusione. I "PFAS totali" si riferiscono a un insieme di oltre 4000 molecole diverse, molte delle quali sono considerate innocue. Il limite di legge per i PFAS totali è di 0,50 µg/l. Dall'altra parte, quando si parla della "somma di PFAS" ci riferiamo a un sottoinsieme più ristretto di molecole a catena corta ritenute preoccupanti per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano. Per questi composti i limiti sono più stringenti, con una soglia di 0,10 µg/L. Non solo, è stabilito che per due di questi composti, PFOA e PFOS, la somma totale non deve superare i 90 ng/L”.
Medio Chiampo ha installato il sistema di filtraggio a carboni attivi per tutta la sua rete idrica. Come si è arrivati a questa decisione?
“Com'è noto la contaminazione da PFAS dalla zona di Trissino si è estesa ad est con un fronte verso Vicenza e uno verso sud colpendo i pozzi di Brendola, Lonigo e Almisano, la cosiddetta zona rossa. Il plume, cioè il sistema acquifero sotterraneo che trasporta gli inquinanti, ha soltanto lambito i pozzi gestiti da Medio Chiampo. L’attenzione però è da sempre massima ed è per questo che, pur in assenza di criticità, in accordo con le amministrazioni Comunali e in particolare con i Comuni Soci rappresentati dai sindaci Dino Magnabosco e Luca Albiero, già da tempo abbiamo scelto di installare a titolo preventivo i filtri a carboni attivi per tutti gli acquedotti da noi serviti”.
I sistemi di filtraggio a carboni attivi sono davvero efficaci, ma comportano anche costi di gestione.
“Certo. Per questo motivo effettuiamo regolari analisi dell’acqua all’interno dei filtri per identificare quando questi si stanno saturando e devono essere sostituiti. I sistemi di filtraggio sono un investimento importante, sia in termini di infrastruttura che di gestione. Medio Chiampo ha investito circa un milione e mezzo di euro per gli impianti di filtraggio dei tre comuni e le spese di gestione ammontano a circa 120.000 euro all’anno. Un investimento che rientra in un programma più ampio di attività in corso per aumentare la sicurezza e la resilienza della nostra rete idrica: la realizzazione di nuovi pozzi, le interconnessioni con altri schemi acquedottistici e l’attuazione dei Piani di Sicurezza delle Acque per la salvaguardia e la protezione dei pozzi”.
È stato un interessante momento di confronto su un tema di grande attualità, durante il quale il nostro vicepresidente Lorenzo Altissimo ha avuto modo di fare chiarezza su diversi aspetti tecnici e di spiegare l’impegno di Medio Chiampo su questo fronte.
Vicepresidente Altissimo, il tema dei PFAS è molto complesso. In che modo Medio Chiampo affronta il monitoraggio e la gestione dei PFAS nell’acqua?
“Il nostro obiettivo primario, così come quello di ogni gestore idrico, è garantire che l’acqua che preleviamo e distribuiamo sia sicura, sia per i cittadini che per l’ambiente. Per farlo, monitoriamo costantemente la presenza di PFAS lungo tutta la filiera del ciclo idrico: nell’acqua che preleviamo, in quella che distribuiamo, in quella che raccogliamo e che entra nell’impianto di depurazione, in quella che scarichiamo nel corpo idrico recettore. In tutti questi passaggi le analisi sono continue, a garanzia che ogni punto del nostro processo sia sotto controllo e vengano rispettati i limiti fissati dalle normative nazionali e internazionali”.
Durante l’incontro ha sottolineato come parlare di "PFAS zero" sia tecnicamente impossibile. Potrebbe spiegare meglio questo concetto?
“Esatto, è importante chiarire che dal punto di vista tecnico e analitico non possiamo parlare di "zero PFAS". I limiti di rilevabilità degli strumenti analitici oggi sono molto bassi, ma non è possibile arrivare a una misurazione che dia un risultato "zero". Quello che possiamo affermare con certezza è che i nostri sistemi di filtraggio a carboni attivi sono estremamente efficaci nel ridurre la concentrazione di PFAS, e i valori che rileviamo sono ben al di sotto dei limiti legali imposti dalla normativa. Il nostro impegno è proprio quello di mantenere questi valori più bassi possibile, nel rispetto delle normative vigenti e a tutela della salute”.
Parlando dei limiti, si è soffermato anche sulla differenza tra PFAS totali e somma di PFAS.
“La differenza è fondamentale e spesso crea confusione. I "PFAS totali" si riferiscono a un insieme di oltre 4000 molecole diverse, molte delle quali sono considerate innocue. Il limite di legge per i PFAS totali è di 0,50 µg/l. Dall'altra parte, quando si parla della "somma di PFAS" ci riferiamo a un sottoinsieme più ristretto di molecole a catena corta ritenute preoccupanti per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano. Per questi composti i limiti sono più stringenti, con una soglia di 0,10 µg/L. Non solo, è stabilito che per due di questi composti, PFOA e PFOS, la somma totale non deve superare i 90 ng/L”.
Medio Chiampo ha installato il sistema di filtraggio a carboni attivi per tutta la sua rete idrica. Come si è arrivati a questa decisione?
“Com'è noto la contaminazione da PFAS dalla zona di Trissino si è estesa ad est con un fronte verso Vicenza e uno verso sud colpendo i pozzi di Brendola, Lonigo e Almisano, la cosiddetta zona rossa. Il plume, cioè il sistema acquifero sotterraneo che trasporta gli inquinanti, ha soltanto lambito i pozzi gestiti da Medio Chiampo. L’attenzione però è da sempre massima ed è per questo che, pur in assenza di criticità, in accordo con le amministrazioni Comunali e in particolare con i Comuni Soci rappresentati dai sindaci Dino Magnabosco e Luca Albiero, già da tempo abbiamo scelto di installare a titolo preventivo i filtri a carboni attivi per tutti gli acquedotti da noi serviti”.
I sistemi di filtraggio a carboni attivi sono davvero efficaci, ma comportano anche costi di gestione.
“Certo. Per questo motivo effettuiamo regolari analisi dell’acqua all’interno dei filtri per identificare quando questi si stanno saturando e devono essere sostituiti. I sistemi di filtraggio sono un investimento importante, sia in termini di infrastruttura che di gestione. Medio Chiampo ha investito circa un milione e mezzo di euro per gli impianti di filtraggio dei tre comuni e le spese di gestione ammontano a circa 120.000 euro all’anno. Un investimento che rientra in un programma più ampio di attività in corso per aumentare la sicurezza e la resilienza della nostra rete idrica: la realizzazione di nuovi pozzi, le interconnessioni con altri schemi acquedottistici e l’attuazione dei Piani di Sicurezza delle Acque per la salvaguardia e la protezione dei pozzi”.