Ambiente, imprese, lavoro nel distretto della pelle

24 Novembre 2022

Ambiente, imprese, lavoro nel distretto della pelle: questo il tema dell’evento di confronto organizzato da Medio Chiampo assieme alla Fondazione Studi Universitari di Vicenza all’interno del progetto culturale Valore Acqua. 

 

La ricerca realizzata da Luca Romano per i 40 anni di depurazione di Medio Chiampo - “L’acqua racconta l’industria. Storie di imprenditori e di ambiente nel caso Medio Chiampo” (Post Editori) - si è dimostrata ancora una volta punto di partenza e occasione per un dialogo stimolante sullo sviluppo sostenibile del territorio.

Il vice presidente della Fondazione Studi Universitari, Antonio Girardi, ha aperto l’incontro ed ha sottolineato la positività della sinergia tra ricerca universitaria e territorio. Un concetto ribadito anche dal presidente di Medio Chiampo Giuseppe Castaman, assieme all’importanza di recuperare il gusto del proprio territorio e la bellezza di prendersene cura, ciascuno con le proprie competenze.

L’autore Luca Romano ha posto l’accento sull’elemento che rende particolare questa ricerca sul caso Medio Chiampo, ovvero l’aver assunto come prospettiva quella di una risorsa naturale, l’acqua. Si tratta, infatti, di una modalità di narrazione che rappresenta un unicum nella ricerca legata ai distretti, mentre è molto più comune negli studi di storia economica. E proprio al professore di Storia Economica Edoardo Demo, è stato affidato il ruolo di discussant. “Il libro può essere letto a diversi livelli – ha evidenziato Demo -. Si possono ricavare rapide informazioni oppure trovare risposte su questioni specifiche, così come un notevole apparato di note utile per ulteriori approfondimenti. Questo è un territorio che nasce sull’acqua, un tempo ritenuta infinita ma ora sempre più risorsa da gestire con parsimonia. Il libro segue questa evoluzione conducendo anche un’interessante disamina di come si sia riusciti a trasformare la questione ambientale da problema ad opportunità”.

Il presidente della sezione concia Confindustria Vicenza, Mirko Balsemin, ha evidenziato come questo percorso richieda velocità di investimento e di ricerca, e quanto sia fondamentale valorizzare il tempo dell’analisi perché non ci può essere sostenibilità senza consapevolezza.

“Servono Investimenti nella tecnologia e nel capitale umano perché il continuo cambiamento dei reflui conciari impone alla depurazione una ricerca costante - ha aggiunto Matteo Macilotti, delegato alla Transizione Ecologica della Provincia di Vicenza e direttore del Distretto Veneto della Pelle - E se università e ricerca sono termini strettamente correlati, per l'impegno su questo fronte potremmo a ragione definire Medio Chiampo università dell’acqua”.

L’ente pubblico e gli imprenditori privati insieme per una collaborazione virtuosa: un aspetto cruciale nella realtà di Medio Chiampo. Dei risultati ambientali raggiunti dall’industria della concia ha parlato Giacomo Zorzi, executive officer Unic. “Da 20 anni Unic pubblica un report di sostenibilità che fotografa l’impegno della conceria italiana nel perseguire la sostenibilità e tra i risultati raggiunti c’è una significativa riduzione dell’impronta idrica. Oggi le concerie impiegano circa il 20% in meno d’acqua per metro quadrato di pelle rispetto a 20 anni fa. Sono risultati che bisogna comunicare, per restituire uno spaccato reale di quello che si è stati capaci di fare e che si potrà fare in futuro”.